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      Voi non punge l'amaritudine dell'odio? Spengasi nei vostri petti lo sdegno; si accenda la fiamma di salutifero amore. Perdonate le ingiurie, dimenticate le offese, volgansi contro i nemici le magnanime vostre ire. Quali altre parole aggiungerò io? Se per cimentare la concordia vostra si domandasse sangue, ecco di gran cuore io darei quello che mi scorre entro le vene: se a stringervi in vincolo fraterno non bastano le preghiere dei vostri più cari, nè la speranza di vincere nè il timore di perdere, nè le supplicazioni della patria, nè il comandamento di Cristo, io sdegno ormai di favellare più oltre, e non mi resta più altro che piangere. Io non voglio più abbandonare questo pergamo: qui sopra mi scioglierò in lacrime, qui starò fintanto al Signore piaccia di chiudere per sempre questi occhi miei tristi. - Carità, carità, Fiorentini! Se tutti Cristo col preziosissimo sangue redense, se tutti nasceste figli di una medesima madre, perchè ricuserete abbracciarvi fratelli(160)!"
      Tale orò fra' Benedetto da Foiano, e al terminare delle sue parole, lasciatosi cadere genuflesso, col capo appoggiato all'orlo del pulpito, dirottamente piangeva. Intanto si udivano risuonare per le vôlte della vasta chiesa singhiozzi e pianti, e un domandarsi perdono ed un concederlo; e poi vedevi uomini da molto tempo nemici abbracciarsi, baciarsi in bocca, ogni rancore deposto, salutarsi fratelli.
      Tra così universale consenso di amore, sopra due cuori soli le parole del Foiano passarono senza lasciar traccia, quasi nave che scorra per acqua.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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