Come? tu, Cencio?...
Io Cencio, se fossi stato Malatesta, avrei statuito così. E quando non avessi fatto civanzo a scegliere la parte buona, avrei tolto la trista; e allora, o il papa poteva darmi sicurezza intera, e intera l'avrei pretesa; o non poteva intera, ed io avrei ricusato la mezza, perchè questa inspira diffidenza e non ti salva. Vedete come ho proceduto con voi; - vi chiesi mai pegno? Vi posi la mia vita in mano come la grù il capo in bocca al lupo.... ed ho lasciato a Dio prendere cura del resto.
Ma perchè non mi hai discorso di tutte queste cose avanti?
Prima, perchè non me le avete domandate; - poi, perchè, o buona o mala, voi siete la testa che pensa, ed io il braccio ch'eseguisce; - finalmente perchè mi vengono in capo per lo appunto adesso....
Qui bisogna rimediare.
Certo, bisogna.
Nel caso mio che faresti, Cencio?
Nel caso vostro me ne andrei a dormire; - avrei un poco di discrezione e non pretenderei da un uomo che casca dal sonno consigli da praticare quando la gente è sveglia. In conseguenza di ciò piaccia alla Signoria Vostra ch'io mi addormenti: - buona notte.
E senz'altre parole, avviluppatosi nel mantello, si stese sopra un lettuccio, dove dopo alcuni momenti, vinto dal sonno, incominciò a russare.
Malatesta, travagliato dalle infermità e dalle cure, invano cercava riposare un istante; i suoi pensieri non potevano dormire in lui; cessata una paura, ne sorgeva un'altra; questa idra dell'anima lo lacerava con le sue cento bocche.... Ora se tale lo sconvolge la semente, che sarà mai quando in mercede dei suoi tradimenti avrà mietuto la infamia e il rimorso?
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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