D'altronde deve il buon cristiano apparecchiarsi alla morte.
Allentami il collare... mi stringe troppo.
Strinse più il capestro il collo di Giuda.
Cencio, per Dio! rammenta che la tua vita pende da un filo.
Malatesta, non dimenticate essere destino che ambidue noi abbiamo a morire il medesimo giorno.
Quando Cencio fu per porgergli la berretta, notò come intorno intorno vi avesse fatto ricamare in oro la parola libertas.
Libertas!
esclama; "questa parola intorno al vostro capo si addice come la parola di onore in bocca al ladro, come la parola onestà su i labbri del dottore di legge, come la parola giustizia in bocca al giudice."
Tu mi riesci fuori di modo insoffribile.
Se troppo vi paiono gravi i paragoni, - vi dirò come il cappello da prete in capo a un senatore romano, come il cappuccio di san Francesco all'Apollo del Vaticano...
Così continuò l'oscena tresca di motteggi insolenti da un lato, e di pazienza codarda dall'altro, finchè il signor Stefano Colonna, forse per dissimulare il mal talento concepito nel vedersi altri anteposto, con onorevole comitiva di capitani, colonnelli ed altri principali nella milizia, si recò a casa Serristori per prendervi Malatesta e accompagnarlo alla cattedrale.
Lettore mio benigno o maligno, secondo che ti parrà meglio, per questa volta io ti farò grazia risparmiandoti la descrizione del come avvenisse la investitura del supremo comando, quali cerimonie vi si adoperassero, quali giuramenti vi si proferissero. La tela è lunga, - ormai mi sono cacciato in alto pelago, nè il punto donde mossi nè quello a cui tendo ormai discerno, e il freno dell'arte mi abbandona; - mi conduca a salvamento il voto del cuore, se il concetto dell'ingegno non basta.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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