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      .. incerto se fosse rimasto morto sul colpo... era per lui troppo grave dolore; si affrettò alla croce, scese.... Il Pieruccio giaceva immerso dentro un lago di sangue, - un moto convulso dei labbri soltanto lo accennava vivo; - l'anima a guardarlo ruggiva dentro a Vico di rabbiosa pietà; - declina un ginocchio a terra, si curva e, presolo di forza sotto le ascelle, lo pone seduto con le spalle appoggiate alla base della croce; - qui mentre povero di consiglio non sa in qual maniera aiutarlo, alza la faccia e mira a se davanti quell'angiolo di consolazione, la sua amante Annalena; - bianca nel volto, gli occhi dimessi e con la guancia china nel cavo della destra, sembrava il genio della malinconia pensoso su le miserie della umanità.
      Povero Pieruccio!
      sospirò Annalena, e subito dopo: "Vico, andate per un po' di acqua, e sovveniamo questo sventurato."
      Vico ricambia con la vergine uno sguardo, e recatosi sul greto del prossimo Arno, empie di acqua la barbuta e ritorna con passi veloci. Annalena, lacerata parte delle sue vesti, aveva allestito le bende; - genuflessa anch'ella rimosse prima con man leggiera le ciocche dei capelli aggrupati di sangue, levatosi un pugnaletto di seno le recise; quindi lavò la ferita, speculò attentissima non vi fosse rimasta dentro o terra od altro corpo estraneo; compresse forte le margini della piaga e stringendo fasciò con amorevole cura la testa al misero Pieruccio. Ripresa poi con ambe le mani copia di acqua, glie ne rinfresca la faccia. Pieruccio scioglie un gemito e mormora:


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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