La Signoria e il Baglione procederono in silenzio. Giunti presso al palazzo, Malatesta facendosi più dappresso al Carduccio, gli favellò:
Spero, magnifico messere, che vi darete ogni cura di porre al martore il ribaldo che in me per ben due volte oggi offendeva la maestà della Repubblica, e quindi, come conviene, gli mozzerete la testa.
Strenuissimo capitano, gli Otto e la Quarantia hanno potestà di far sangue, non io; provvedetevi davanti a cotesti magistrati... - Ma tornerà poi in onor vostro, messere, contendere col pazzo? - Pensateci!...
Se lo tenete per matto, allora chiudetelo.
Prima dei pazzi vorrebonsi sostenere uomini bene altramenti pericolosi alla città, Malatesta...
E quali, messere?
I traditori.
Qui il Carduccio, chinata la persona in atto di reverenza, pose il piede sul primo gradino del palazzo della Signoria e si allontanò.
Malatesta rimase per alcuni momenti stupefatto; poi si volta pensoso camminando in silenzio; ad un tratto egli chiama:
Cencio!
Malatesta!
Bisogna raddoppiare le guardie al mio quartiere...
Bene: - sarebbe meglio però andare ad abitare presso alla porta di San Pier Gattolino. Costà avete prossimi i Côrsi e i Perugi vostri; l'uscita al campo ad ogni evento prontissima.
Purchè si possa fare senza destare sospetti!
CAPITOLO DUODECIMO
MARIA DEI RICCI
Amore alma è del mondo, amore è mente.
Che volge in ciel per corso obliquo il sole.
TASSO, Rime.
O giovanetti, sul lago del cuoreVada trescando per poco l'amore.
L'abbandono, Melodie liriche.
Noi ci amavamo un giorno!... Quando prima mi comparisti davanti tutta lieta di gioventù e di bellezza, io pensai di averti già amato.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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