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      - Soprastà alquanto senza punto rimuovere lo sguardo della donna; - geme sommesso, - a mano a mano con passi leggieri si avvicina a lei; - muove la bocca per favellare, e non può - dopo alcun tempo si riprova, e neppure adesso gli riesce; - alfine, con tale una voce che parve sfuggire a forza dalle fauci strette, mormorò:
      E sempre in pianto, Maria?
      La donna solleva lentamente la faccia e risponde soave:
      È mio destino, Ludovico, - ed anche ahi! pur troppo della maggior parte dei viventi.
      Ma perchè questo pianto? Appena vi mostrate, ogni cuore esulta; - a voi sta creare il paradiso dovunque presentate la vostra faccia bella; - vi amano tutti ed onorano; - più di una lacrima di orgoglio sparse la vostra genitrice nel contemplarvi regina della festa... perchè le fate adesso scontare quella lacrima con tanto pianto di angoscia? Perchè questo arcano e disperato dolore?
      M'insegnò la sventura essere gli uomini curiosi e crudeli. Ora punti dal desiderio mi travagliano per sapere cosa che conosciuta poi o non curerebbero o forse ancora irriderebbero. Oh! ben provvide il cielo allo schermo dei miseri quando pose il cuore in parte dove dall'occhio di Dio in fuori alcun altro non penetra: se la carne che ci fascia fosse trasparente, - se il cuore fosse un libro che ogni uomo potesse sfogliare a suo senno, nessuno vorrebbe sopportare la sua miseria. - Crudeli! prima di porre le mani su le piaghe dell'anima, imparate a sanarle. Lasciatemi piangere sola; - io nulla chiedo da voi, - non vi turbo, - nascondo la mesta mia faccia per non contristarvi.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Maria Ludovico Dio