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      Tacquero entrambi, un lungo silenzio successe. - All'improvviso la donna come oppressa prorompe in un sospiro.
      Maria, sospiri? Sentiresti per avventura pietà del mio fato dolente?
      Di me sospiro, che reputandomi in fondo della miseria, mi accorgo adesso Dio nel tesoro della sua ira serbarmi ad altri e più crudeli tormenti. - Di voi anche gemo, perocchè io veda consumarvi ingloriosamente una vita la quale certo vi fu data per nobili destini; - gemo, - e a ragione gemo, che mi consolava nella idea mi avesse la provvidenza compartito in voi un fratello del cuore, ed ora sento dovere renunziare a questa estrema speranza...
      Ludovico pallido volge gli occhi alla terra e ve li tiene fitti orribilmente quasi volesse penetrare nelle viscere; - con voci interrotte di tratto in tratto egli esclama:
      Un morto mi fa guerra!... - Io ti darei mezza mia vita se potessi stringermi teco a duello. Un morto!... Un morto!... Oh dolore!..."
      La destra di Ludovico si rimane nella destra di Maria, senza comprimerla, - senza essere compressa... mute entrambe quanto le mani di marmo che occorrono scolpite sopra i sepolcri. Una inerzia pesante tiene a Ludovico irrigidite le fibre; - gli dura nel cervello la vibrazione delle estreme parole tormentosa come un cerchio di punte acutissime; - gli vanno in volta dinanzi agli occhi gli oggetti circostanti confusi e indistintamente ravvolti entro globi di luce; - gli batte le orecchie un fastidioso tintinnio; - a nulla pensa, imperciocchè cotesta passione così intensamente sentita, - così apertamente dimostrata, gli sia ricaduta su l'anima come la frana di un monte.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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