E sì che avrebbero potuto imitare l'esempio recente di Maria Padilla, la quale, per sovvenire ai bisogni della lega santa per le libertà spagnuole, s'impadronì, nel 1522, dei tesori della cattedrale di Toledo; questa savia donna, volendo togliere l'apparenza di empietà a simile azione, con molta accompagnatura di uomini vestiti a lutto, lacrime ostentando e dolore, si recò alla chiesa, dove, implorato prima perdono, spogliò i santi dei magnifici loro ornamenti(174). Cominciavano ancora i partiti a diventare più vivi, e il governo non ardiva tentare adesso quello che tempo addietro avrebbe dovuto o potuto eseguire. La fazione dei Medici, scorgendo che dalla prigione in fuori non correva altro pericolo, rialzava la testa moderata e lusingatrice; la gioventù nobile, cagione principalissima di quel mutamento, non le parendo si facesse nel nuovo stato quel conto di lei che le sembrava meritare, il governo riprendeva e attraversava. Francesco Carduccio sbagliò cammino e pagò caro l'errore; se per acquistare i beni della libertà avesse voluto adoperare la forza della tirannide, forse nè egli nè la patria perivano; preferì all'azione le pratiche; si confidò troppo nell'ingegno, che aveva prontissimo, nella facilità di persuadere e nella purità delle sue intenzioni: in somma, in tempo di passione, ebbe fede ai ragionamenti; i partiti gli si infuriarono tra le mani, derisero imperversati i suoi consigli, e quando volle costringerli col rigore, trovò il suo partito debole e l'istrumento capace adesso a generare la guerra civile, non già a percuotere qualche colpo vigoroso per cui lo stato continuasse a procedere spedito nelle sue vie.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Maria Padilla Toledo Medici Carduccio
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