Bagnan rugiade tepide e sanguigne.
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Per sì profondo orror verso le tendeDegl'inimici il fier soldan cammina.
TORQUATO TASSO.
Mostrandosi co' gesti e nel sembiante acceso di furiosissimo sdegno, si affretta Malatesta Baglioni a salire le scale del palazzo della Signoria; impedito però dal grave morbo che gli teneva attrapite le membra, egli offriva spettacolo di sè a un tempo stesso burlevole e pietoso d'ira e d'impotenza: appena era giunto con isforzo faticoso al sommo della prima scala, lo sovvenendo di appoggio Cencio Guercio; - senza di lui sarebbe per certo caduto a mezzo.
Dante da Castiglione seguitato dal Morticino degli Antinori traversano ratti il cortile del palazzo: il primo ha in mano una bandiera imperiale mozza della picca e insanguinata; l'altro porta anch'egli un involto sordido di sangue. Dante, poderoso di membra, si caccia su per la scala montando a quattro a quattro i gradini; il Morticino, di persona breve, uguaglia con la speditezza dei moti il suo gigantesco compagno, sicchè, o preoccupati non vedendo, o spregiatori non badando Malatesta, passano oltre pronti e fugaci, quasi apparizione di forza e di agilità. L'ossequio mancato non fu ciò che increbbe al Malatesta; gli morse il cuore la invidia quando notò i muscoli stupendi e le forme statuarie del corpo del Castiglione. Proruppe in cotale un suono di gola simile a quello che la volpe fa quando schiattisce, ed una crispazione nervosa gli abbrividì il corpo intero.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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