Morticino, accogli in seno un poco di carità patria: vesti l'anima tua di virtù vera, e non abbisognerai di confessore; - perchè molto più che confessore valente giova non aver peccati a confessare.
L'Antinori alzò cruccioso le spalle e si trasse in disparte. Dante, volgendo la favella al gonfaloniere, a' Priori, ai Dieci, per cagione del sonno interrotto e dalla strana scena avvenuta sotto i loro occhi non bene ancora memori di sè, e sopra gli altri intendendo col guardo nel Carduccio, il quale vegliava per tutti, soggiunse:
La milizia fiorentina in mio nome vi prega, magnifici Signori, affinchè voi siate contenti di lasciarle aprire le porte per visitare a sua posta il campo imperiale.
Signori
, interruppe il Malatesta, "in verità questi giovani non sanno quello che si facciano; soldati da ieri, presumono oggi affrontarsi con milizie vecchie, use agli scontri più fieri di guerra..., nè solo affrontarsi con esse elleno ardiscono, sibbene assalirle nel campo per arte munitissimo, difeso da numerose artiglierie. Lodo l'animo pronto; soldato antico, mi piace la militare baldanza... pure, nella mia qualità di capitano generale, e voi, messeri, come difenditori di questa amatissima patria, dobbiamo frenare un moto il quale comechè generoso potrebbe partorire perniciosissimi effetti."
Signor Baglione, ogni uomo a cui non tremi il cuore di dentro, chiunque, come i miei compagni e me, ha disposto, innanzi che volgere le spalle, morire, fu soldato dal primo giorno che nacque.
Io non lo dico per voi, messer Castiglione; - ma gli altri non vi assomiglieranno.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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