Opporvi ai comandamenti della Signoria? messer Malatesta, sareste per avventura ebbro?
soggiunse il gonfaloniere Girolami."
Oh! no, Signori
, crollando il capo riprese a dire il Carduccio; - "messere Baglione non sa quello sappiamo noi, - e lo muove studio di bene: - credetelo.... io lo conosco: solo mi concediate favellargli due parole in segreto, lo renderò partitamente capace di tutto." "Accomodatevi a vostro agio, messer Carduccio", risposero il gonfaloniere e alcuni dei Signori. Allora messere Francesco, tolto un doppiere, si volse al Malatesta parlando: "Signor capitano, favorite seguirmi." Malatesta ondeggiava se dovesse andare o rimanere; da una parte la prudenza lo tratteneva, dall'altra l'animo superbo non gli consentiva mostrare viltà: tenne una via di mezzo, - fece cenno a Cencio lo seguitasse ed andò. Cencio, non volesse, o non capisse, o per sè temesse, non mutò passo e stette fermo al suo posto. Il Carduccio traversò alcune stanze, e giunto in un corridore si fermò davanti a certa finestra che riesce sul cortile che fu. poi della dogana, e posto il doppiere tra la faccia del Malatesta e la sua, così lo interrogò: "Ditemi, messer Baglioni, udiste voi mai rammentare il capitano Baldaccio dell'Anguillara?" "Cencio! - Cencio! - dove sei?" "Tacete; - qui non vi si vuole far alcun male. Non temete: - se il vostro giorno fosse arrivato, di piccolo soccorso vi sarebbe quel vostro servitore." "E chi vi ha detto che abbia paura io? Chiamava Cencio per appoggiarmi al suo braccio: - mi sento stanco.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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