Io non so quello sieno per dire i presenti uomini di guerra sopra tali ordinamenti di milizia; quello che so troppo bene si è che anche con quei modi la umanità si lacerava e faceva delle sue ossa biancheggiare la campagna; miserabile nostro destino, di cui non ispero, almeno per qualche migliaio di secoli, la fine.
Non andarono falliti i concetti del Colonna: le artiglierie fecero buonissima prova; gli Orangiani, essendo stati alquanto sospesi, perderono il destro a inseguirli; posto uno spazio tra loro e i nostri, costoro diventarono segno della tempesta di fuoco e di ferro che prorompeva fuori delle mura; - quasi a morte certa correva chiunque si fosse avventurato su quel terreno. O per prudenza del capitano, o per beneficio della fortuna, vedevano gli Orangiani sfuggirsi di mano una preda ormai tenuta sicura.
Ora avvenne come tra i primi cavalleggeri spediti dal principe a circuire l'ala sinistra del nemico si trovasse Giovanni da Sassatello, soldato italiano quanto valoroso in arme, altrettanto perduto di fama; costui militò agli stipendi del duca Valentino e a lui piacque, la qual cosa ci dispensa di aggiungere altre parole intorno ai suoi costumi. La Repubblica fiorentina, quando prima ruppe il grave freno dei Medici, attendendo, come provvida, ad armarsi, lo condusse al suo soldo con ottanta cavalli; stipulata la condotta, chiese ed ottenne dai signori Dieci mille e quattrocento cinquanta fiorini d'oro, i quali appena gli furono contati, rubatigli con suo eterno vituperio, si fuggì al papa.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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