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Alla vostra madre di latte! Gesù, nè anche gli orsi lo farebbero...
Sciagurata! Vuoi che ti ammazzi con le mie mani? Io ho bisogno d'oro, di danaro... dimmi, conserveresti per avventura qualche fiorino nella tua cassa?
O santo Zanobi Benedetto! il demonio si è impossessato di messer Giovanfrancesco... Non mi ammazzate... io non ho un picciolo, su l'anima mia...
Dov'è mia madre?
Badate, Giovanfrancesco, - pensate ai comandamenti della legge di Dio; io vi sono madre di latte... ma madonna v'è di sangue, non le mancate di rispetto...
Il Morticino non l'ascoltava e prorompendo nella stanza della madre trovò seduta sopra un seggiolone la vecchia madonna assopita di un sonno leggiero. Non avendo reverenza nessuna alla grave età di lei; con gran voce comincia:
Quanto vi trovate a possedere, madonna, d'oro e di gemme, su, datemi presto senza escludere nulla, - nè anche i pendenti che portate agli orecchi...
Ed aggiungeva alle parole l'atto violento.
La vecchia donna, altera del nobil sangue che le scorreva nelle vene, piena della reverenza dovuta alla materna autorità, si levò subito con tale una forza di cui si sarebbe riputata incapace, allontanò da sè la sedia, mosse un passo in avanti e sollevò il braccio destro in sembianza d'imprecare; una striscia di fuoco le attraversò le guancie; gli occhi le si dilatarono minacciosi e terribili: era una figura da Michelangiolo.
Tu tronchi la mia agonia, non la mia vita; per pochi momenti vuoi tu renderti parricida? - Va... io...
Per Dio, arrestatevi, madre.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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