- Dante all'improvviso tornando indietro:
Morticino
, favella, "togliete compagnia andando al campo; badate, prima di pagare il vostro danaro: vi sta di contro un traditore, nè l'antica infamia si getta giù dall'anima come una cappa logora..."
I miei trent'anni, vedete, non me gli sono mica giocati alla bassetta nel mondo; so distinguere anch'io le vecce dalle lanterne; non per tanto mi vi si professo tenuto dell'avvertimento.
E quando l'Antinori ritornò solo nella stanza, spiccò un gran salto, proruppe in risa, si fregò forte ambe le mani; esultava di pazza gioia.
Oh! la conosco pur troppo la tua volontà, campanile di carne... tu intendevi avvilirmi... calcarmi sotto a' piedi... e lo avresti fatto, se l'ingegno stesse in paragone della mola. Tu mi avevi apprestata una vivanda amara, - io te la ritorno confettata di aloe... mangiala intera. Oh! se costui non fosse, la gioventù fiorentina mi terrebbe capo e principale costui mi si para davanti e toglie agli altri la vista di me, e me l'altrui... A tanti colpi di generosità, sotto i quali costui pensa prostrarmi, bisogna pure che un giorno o l'altro io corrisponda con un buon colpo di pugnale! - O madre mia, tu oggi mi hai generato un'altra volta! - Ora tu puoi morire a bell'agio. - Tu mi donavi vita, superbia e tutti i tuoi danari... a che più oltre ti trattieni nel mondo? Lacrime non posso dartene, perchè tu mi davi il cuore, - splendidi funerali nemmeno, perchè mi davi i tuoi ultimi danari.
Aveva tolto seco un mulo ed un fante, portava in cima alla picca il pennoncello bianco e camminava, lieto cantando, verso il campo imperiale.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Antinori
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