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D'oro - per cambiarmela d'ottone.
E si separarono; ma il canonico attese subito a mettersi in salvo e abbandonò la città; il frate ebbe lo stesso pensiero, se non che differiva porlo in esecuzione il giorno veniente, e, per le vicende che accaddero gli sfuggì l'occasione: nessuno di loro curò tamburare il Malatesta.
Al Soderini, gonfio d'ira e di superbia, non venne in mente cansarsi; si ridusse a casa, dove la povera sua madre non chiuse occhio tutta la notte per aspettarlo, e quando lo vide così turbato,
Lorenzo
, gli disse, "badate a non darmi qualche dolore in questi ultimi giorni di vita. Rammentatevi sempre che i Soderini attesero anche con loro pericolo al bene della patria."
Madre mia, Fiorenza attende il suo liberatore, e l'avrà.
Poi andò a giacere e sognò di salire sopra un gran palco in piazza, dove i popoli erano accorsi a vederlo. La mattina veniente allorchè si risvegliò risovvenendosi del sogno, seco stesso diceva: "Prima o seconda, questa mia testa è nata per alti destini."
Infatti il sogno non lo deluse; la fortuna gli apparecchiava un destino alto.
Il Malatesta, poichè si furono allontanati costoro, facendo bocca da ridere, così favella al Bandino:
Di tutto questo che parvene, messere Giovanni?
Parmi che dovrei darvi di questa daga sul capo.
In fè di Dio! voi avreste torto;
e sì dicendo il Baglione si allontana; "io piuttosto, e a ragione, dovrei dolermi di voi; chi diamine mi conducete davanti per cospirare? un frate e un canonico. Oltre il cattivo augurio che portano seco gente siffatta, sapete voi chi essi siano e quello che valgano?
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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