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Malatesta, cavalcando con noi per la città, avreste pur dovuto leggere su pei canti scritto con gesso o con carbone il fermo proponimento di questo popolo. - poveri e liberi(194).
Prima di favellare io vorrei conoscere questo proponimento in maniera alquanto più sicura che i segni di gesso o di carbone non sono...
Con buona licenza delle signorie vostre
, prese a dire un giovine fiorentino di oneste sembianze recandosi in mezzo ai magistrati e al generale con in mano un palo di ferro, "ciò non vi trattenga dal consigliare: io sono di casa Baccelli: posseggo nel Borgo di San Gallo casamenti ed orti: se il consiglio di guastare prevale, io me ne rimarrò peggiorato meglio che di ventimila fiorini d'oro; e nondimanco se tale sarà la deliberazione vostra, tengo il palo pronto per dare i primi colpi(195)."
E poi si tacque il dabben giovane, modesto nel volto, non avendo messo nel profferire siffatta sentenza maggiore sforzo che se incontrando alcuno per via gli avesse detto: buon dì! fratel mio. - Il secolo nostro impari!
Che ve ne pare, Malatesta?
interrogò il Carduccio.
Indovinava papa Clemente quando non rifiniva di empire il mondo di quel suo volgare concetto: - avrebbero i Fiorentini renduto la città per paura di guastare gli orticini loro?
Il Malatesta, prevenendo col desiderio il tempo futuro, pensò che gli sarebbe diminuito il premio del tradimento dove non consegnasse la città al papa così intera come egli gli aveva promesso; inoltre Clemente estimando ormai lo stato di Firenze come propria sostanza, gli aveva raccomandato badasse a far sì che lo guastassero meno che per lui si potesse.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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