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      - Mal si potrebbe difendere cinta più larga: - quanto meglio si trovano prossimi i combattenti, e più si aiutano o con mano o con voce: le antiche mura sono tali da non sofferire batteria; e prova ve ne faccia la fatica inestimabile durata dal Bozzolo e dal Navarra quando rovinarono le torri che a guisa di ghirlanda incoronavano Fiorenza(198); ancora ponete mente che il Mugnone riempie d'acqua i fossi intorno alle mura, e questo benefizio non avremmo intorno l'argine; ancora, le mura non istanno sole e nude, sibbene molto validamente munite; oltre i puntoni delle porte, le guardano il bastione presso alle mulina, il baluardo di Santa Caterina, l'altro non meno forte alla Mattonaia, il cavaliere tra le porte della Giustizia e della Croce(199). Giù i borghi, dai quali i nemici possono offendere la città; aprite libero il campo al fulminare delle artiglierie; non ci calga delle ville; i nostri nemici ci torranno, non che le ville, la vita: si taglino le piante, perchè, se qui tra noi rimane la libertà rifioriranno, - se invece prevale la tirranide, che Dio non voglia, uomini e cose moriranno inaridite. - V'incresce forse dei magnifici palazzi, dei vaghi edifizii? Ecco, queste sono mani che sapranno rialzarli più belli"; e baldanzoso levava in alto le braccia: "poveri ma liberi... - Ma io meco stesso mi sdegno di consumare un tempo in parole che più acconciamente dovrebbesi impiegare in opere; roviniamo i borghi, poi vi mostrerò a bell'agio la necessità di siffatto provvedimento.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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