Il Carduccio crollò la testa quasi per iscuoterne i molesti pensieri, poi vestì la faccia di un sorriso languido e rispose:
La speranza rinasce dalle sue ceneri, perchè questo popolo è grande.
- E così favellando gli accenna la moltitudine brulicante nella distruzione. - "Ma in breve narrami i casi tuoi."
Io me ne andai a Ferrara...
Parla sommesso; - qualcheduno, parmi, ci si avvolge d'intorno per origliare le nostre parole.
Egli è Andrea del Sarto; forse desidera darmi il ben tornato: - dilunghiamoci qua oltre e fingiamo non ravvisarlo; Dio non lo ha creato tristo, ma fievole di animo così ch'io volentieri gli terrei lo ingegno dell'arte. - Ora dunque me ne andai a Ferrara, riducendomi, quanto più secretamente potei, ad abitare all'osteria: il duca però, il quale per suoi nuovi sospetti si fa mandare ogni sera la lista degli osti, avendo saputo subito la mia venuta, mi mandò a levare di su l'osteria e mi usò ogni maniera di amorevolezze; di buon principio era questo; intanto presi a spandere fiorini fra i suoi cortigiani; - oh! la gran devozione che portano al nostro Battista cotesta gente tutta quanta! In ogni sguardo io vedeva un uncino, in ogni mano il ronciglio, sicchè presto mi ridussi al verde; bisognò concludere presto, altrimenti mi divoravano carne e ossa. Aveva con ogni modo studiato rendermi benevolo Alfonso; e perchè ei nulla potesse rifiutare a me, io nulla seppi ricusare a lui, fino a promettergli dipinto di mia mano un quadro rappresentante Leda col cigno: - adesso mi pento averlo promesso; ma, non essendo nato principe, fede di gentiluomo mi stringeva mantenere la parola(203). Alfine un giorno gli scopersi pienamente l'animo mio con tutte quelle ragioni che voi sapeste dimostrarmi; al quale ragionamento egli rispose: Prima che tu parlassi, ti aveva letto nel cuore: - e poi si alzò, aperse uno stipo, ne trasse fuori una lettera e soggiunse: Leggi.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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