Smisero dal favellare i nostri personaggi, ed affrettando i passi piegarono a quella volta.
Nuovo spettacolo occorre adesso davanti agli occhi di loro; - cosa incredibile io narro, ma vera. I cittadini, giunti che furono con la rovina in luogo, dove si scoperse loro il refettorio nel quale di mano di Andrea del Sarto era dipinto un cenacolo di Gesù Cristo, stettero vinti da inusitato stupore nel contemplare quelle celesti sembianze, dove aveva trasfuso l'artefice tanta parte di Dio, - cotesti atti così pieni di vita presente; - essi pensarono vedere ad ora ad ora muovere la mano al Cristo per benedirli; - e pure aspettando la benedizione, qual si prostese, quale altro piegò la persona, - si composero tutti in varii atteggiamenti di umiltà e di venerazione(210).
Miracolo dell'arte!
esclamò appena arrivato il Buonarroti.
Gentilezza di animo bennato!
riprese il Carduccio.
E le turbe, tostochè videro Michelangiolo, ad una voce parlarono:
Maestro, noi non possiamo andare più avanti.
Voi ferireste nel cuore la gloria di Andrea del Sarto. Dove si trova Andrea? - Venga, noi lo coroneremo re dell'arte; - sopra un carro di trionfo o sopra le rovine sarà sempre bella la ghirlanda, poichè gliene cingeranno le tempie libere mani...
Andrea del Sarto!
chiamò il popolo con tale una voce da rompere il sonno ai sepolti nel chiostro della badìa, - "Andrea del Sarto!"
E Andrea non compariva. Allora si levò una figura livida, oltremodo cresputa nel volto, parte a cagione degli anni, e parte per la continua abitudine al riso, e,
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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