.. fallita del tutto l'impresa: - si sveglia di soprassalto cacciando un grido e si precipita giù dalle piume.
Il sole non era per anche scomparso dal nostro emisfero; ma, spogliato di raggi, tinto di un funesto vermiglio, si accostava all'occaso; la terra, verso la quale pareva declinare, lo avviluppa nei suoi vapori di sangue. Questo astro benigno di amore e di vita oh come stringe l'anima dei mortali, allorchè si mostra cruccioso! In quella sera sembrava l'occhio di Satana che venga a vigilare se le angosce, le infermità e la morte adempiano il fiero mandato che loro affidò il consiglio misterioso, che a noi sembra crudele, di Dio.
Il Morticino, a cui increbbe di non lo vedere ancora scomparso, leva minaccioso il pugno al cielo esclamando:
Un giorno ti soffermasti nel firmamento per contemplare una strage(212); poichè la strage ti talenta, affrettati a dileguarti: adesso a noi fa di mestieri la tenebra.
Cala la notte: di orrore si empie e di silenzio la città; Firenze sembra tramutata nel campo dei morti. - Squilla un tocco della campana: - quel tocco solitario si diffonde per la terra deserta, e pare una percossa data sul mondo dalla eternità per conoscere dal suono se sia in procinto di dissolversi sfracellato tornando nel suo caos primiero.
Il fremito del bronzo taceva appena per l'aria che fu sentita una voce lugubre che gridava:
Adunatevi, uccelli del cielo: - la spada vi apparecchia il convito; basterà la carne a voi e agli implumi che lasciaste nel nido. - Lupi dell'Appennino, scendete, portate la vostra gran fame, - prima che l'aurora si levi, il vostro ventre sarà sazio di carne, - dico di carne umana.
| |
L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
|
|
Satana Dio Morticino Firenze Appennino
|