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      Dentro una trabacca distesi sopra il medesimo letto dormono due; - giovane l'uno, giace nudo avvolto dentro la coltre con un braccio sotto il capo, l'altro penzolone fuori della sponda; il secondo di maggiore età, armato di tutto punto, eccetto dell'elmo; a giudicarne dal volto paiono padre e figliuolo. Giovanni da Sassatello turbava in quel punto un mal sogno; gli pareva che una moltitudine di armati circondasse il letto e ve lo tenesse su fermo; egli si sforzava svincolarsi, e non gli riusciva, dava scossoni, raddoppiava i conati, e sempre invano; grondava sudore, agitava le labbra con sordo mormorio.
      Il sogno era verità, almeno in parte; una mano dei nostri penetra nella trabacca e va difilata alla sua volta per ispaciarlo di vita.
      Egli continua nel sogno spaventevole; - uno degli armati con man potente gli strappa l'usbergo e gli pone una mano sul cuore; per tutte le membra gli scorre ribrezzo; batte i denti e non può proferire parola. Intanto l'armato si trae la daga dal fianco; poi, come se lo impacciasse la visiera, con la manca la solleva. La coscienza del volto del cavaliere gli presenta la sembianza di Lionardo Frescobaldi da lui ucciso, a tradimento, il quale, comechè morto, veniva a prendere la sua vendetta.
      I nostri già gli stanno vicini: - la sua morte precipita giù dalla punta di un pugnale..
      Morte di Dio, fermatevi!
      - urla prorompendo nella trabacca il Morticino degli Antinori, che cercando in ogni lato il Sassatello, si era a caso colà abbattuto in quel punto, e al chiarore della lampada posta sopra la tavola lo aveva ravvisato, - "fermatevi!


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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