In questo disegno afferra la spada con ambe le mani e, levandosi ritto sul letto, acconsente quel colpo con tutta la persona. - Agevole fu al Morticino, destrissimo, di tirarsi da parte e mandare a vuoto la percossa; sicchè il giovane, non trovando contrasto, venne tratto fuori di bilico a traboccare dal letto spezzandosi sopra la terra le labbra e i denti. L'Antinori gli balza sopra, la mano gli pone entro i capelli, intorno al pugno gli attorce, e traendole di forza lo strascina. Il padre, visto quel caso miserabile, non già immeritato, così impetuoso scosse le braccia che mandò quei due che lo tenevano stretto lontani da sè a rotolare per terra, - ed accorreva al soccorso... Ma i due caduti urtando nella tavola su la quale ardeva la lampada, la rovesciano; - mancò la luce... ma il raggio moribondo si prolunga riflesso sopra la spada del Morticino che si abbassa sul corpo del giovane Eustacchio. Quando le amate sembianze gli scomparvero dallo sguardo al Sassatello, mancate sotto le gambe, venne meno il coraggio, gli si ottenebrò l'intelletto, - rimase immobile - pauroso di offendere le membra del figliuolo, non ardiva movere passo: i nemici lo atterrarono, - gli avvinsero di corde le braccia; - egli non mandò sospiro, - non gemito di angoscia; immerso dentro un abisso di dolore, stette muto.
In altra parte accadeva altra strana vicenda. Parmi d'avervi già raccontato come un poeta, Annibale Bentivoglio bolognese, militasse contra a Firenze nel campo pel papa; costui, siccome soventi volte accade ai soldati, abborrendo le sciagure di quella misera contrada e chi n'era cagione, non per tanto si adoperava in vantaggio degli oppressori; raccolto la sera nella sua tenda, malediceva alle infamie con quella medesima destra che aveva aiutato a commetterle la mattina; destato nello scompiglio, travolto nella fuga del suo colonnello, tolte appena le vesti e la spada, si riparava nelle parti più munite del campo, lasciando le carte sparse sopra la tavola.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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