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      Eustachio! - Eustachio!
      L'Antinori prorompe in altissimo riso; - così sinistro questo gli sconvolge il volto che Dante non potè sopportarlo e abbassò gli occhi. Il Morticino, continuando nelle dimostrazioni di gioja frenetica, chiama a sè dintorno il Bichi, l'Arsoli, il Busino ed altri uomini valenti nella milizia.
      Udite... uditemi
      , s'interrompeva sghignazzando, "oh! l'ingegnoso trovato... il buon consiglio che mi dava l'angiolo custode... quando fu rovesciata la tavola, spenta la lampada, il Sassatello prigione..., non so nemmeno io quante mai volte forassi da una parte all'altra quel marrano ch'ei chiamava suo figlio; - mi lavai nel suo sangue le mani, - me lo posi su i labbri e lo bevvi... Chi vanta il vino, gli è un grullo! più grullo chi vanta l'amore! Che intende pregustare nel mondo i diletti ineffabili del paradiso, arda prima di odio e si disseti poi nel sangue dell'odiato! - Pur non mi sembrava sentirmi contento... è non lo era... nè lo poteva essere... Mi cadde in mente un pensiero... una burla.., ridevole, per Dio!... e la fortuna l'ha favorita.... Accomodai il cadavere d'Eustachio sul letto dond'era caduto e gli tagliai la testa... poi i piedi., poi sul collo vi adattai i piedi e al termine delle gambe la testa;... che vi par egli? Non è arguto il trovato? Ridete. - Ridete. Pensate mo' se il Sassatello spalancherà gli occhi più della porta di San Francesco che ci sta davanti, quando vedrà il figliuolo acconcio in questa guisa..."
      I valorosi soldati gli voltarono le spalle lasciandolo solo; egli distese la destra al Castiglione, favellando:


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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