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      Gli angioli poterono vedere cotesto atto senza velarsi con l'ale la faccia, imperciocchè eglino si amino di pari amore nel cielo. - La musa rivelò al poeta la natura angelica: due anime le quali di amore continuo si sieno amate sopra la terra lassù nel paradiso formano un angiolo(230).
      Ed intrecciando le braccia i due giovani si recarono nel giardino, dove la vergine gentile si deliziava nel contemplare le stelle, e sovente veniva così richiedendo il fidato suo amico:
      Come hanno nome cotesti astri tanto splendidi all'occhio?
      Perchè fu donna che amò di forte amore, vide Berenice della sua chioma ornato il firmamento e resa per quelle stelle immortale...
      E quell'altra così tremolante, così gioiosa, come si chiama ella?
      I nostri padri essendo pagani, immaginarono una dea della bellezza ed a lei consecrarono la stella gioconda che tu vedi. Se come leggiadra di forme, l'avessero finta casta nel cuore nessuno dio avrebbe vinto in questa terra il culto di Venere. - Amore è anima del mondo - amore è mente che governa il creato...(231)
      Oh! amo le stelle anch'io, - e chi le creava, - e te.
      Lena, deh! non oppormi Dio per rivale. Io non lo voglio: può ella la creatura contendere col suo Creatore?. - Egli flagella i fianchi della montagna con i suoi fulmini; egli col soffio delle narici sconvolge l'oceano... come potrò io dunque venire in paragone con lui, - io atomo di polvere nella mano di un gigante?.
      Sta pur sicuro, Vico: perchè se quando mi volgo al cielo o lo contemplo nella sua pompa di luce a te prepongo il Creatore, allorchè poi rimiro la terra e vi scuopro il delitto e la sventura, te.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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