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      Or, se tu fossi savio, ti par egli che tra queste due vicende si possa tentennare, tra la permanenza e l'andata? Prima di credere pazzo il tuo fratello, pensaci due volte, e sappi che sovente i consigli di coloro che il mondo reputa savi appaiono miserabili all'alienato di mente: - adesso vola.
      E Ludovico senz'altre parole aggiungere si poneva tra le gambe la via. Intanto il cielo aveva mutato aspetto, - l'aria si era fatta uliginosa, e d'ora in ora l'agitava un vento soffocante come l'alito del deserto; via trasvolando pel cammino abbandonato, Ludovico udiva sibili spaventevoli, gemiti arcani d'ignoti addolorati. All'improvviso quel vento con subita vicenda percuote le orecchie a Ludovico di suoni e di canti; e quella vicenda, oltre all'essere súbita, riusciva ancora incresciosa, imperciocchè quel vento non sembrasse destinato a trasportare profumi e melodie, sibbene guaio di gente diserta. In fondo del sentiero ecco si mostra un palazzo di cui i contorni confondendosi col buio della notte, sembrava infinito; - dalle aperte finestre scaturiva un chiarore vermiglio, - come di sangue, - uguale a quello della mano posta dinnanzi alla fiammella del cero; - traverso a quel chiarore passavano e ripassavano rapidissimi corpi neri, di forma fantastica, sicchè la mente superstiziosa lo avrebbe creduto una dimora infernale, un pandemonio, un luogo di ritrovo dove le incantatrici si fossero adunate a celebrare il sabbato nefando.
      Ludovico entra nel palazzo, e mescolatosi con la turba dei servi, gli riesce penetrare inatteso nella sala del convito.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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