Indi a poco però le menti insanirono in ischiamazzi a mille doppi maggiori, e tra quel vortice di gridi e di risa più spesse ricorrevano le voci: "Domine, aiutaci! - Fave nere, - fave bianche, - Cristo, - proverbio. - Vino, vino, coppiero."
In questo punto Ludovico si affacciò sul limitare della porta; e dato uno sguardo di compassione a cotesto spettacolo, fissò gli occhi in Malatesta Baglioni seduto a capo della tavola: impassibile, - bianco, rassomigliava alla statua del commendatore Loiola convitato da Don Giovanni al suo ultimo festino; - la sua fronte pallida ed ampia rivelava un gran pensiero, - e poteva concepirlo grande di gloria, - ma invece lo scelse grande d'infamia; - pure era grande; - le pupille moveva del continuo inquiete da questo lato e da quello, parte per sospetto, parte come cupido di prevedere ogni cosa: malgrado la barba la quale foltissima gli scendeva dal mento, due rughe profonde agli angoli dei labbri lo denotavano uomo inclinato al dileggio e allo scherno del proprio simile, ed invero ora esultava contemplando cotesta scena di vituperevole avvilimento, la quale, giustificandolo quasi dinanzi alla propria coscienza, nella risoluzione di venderli a guisa di mandra lo confermava; - la voce interna dell'anima, mercè la prova espressa che libertà non potesse durare tra quei corrotti, placava; nè il concetto disprezzo potendo o volendo nascondere, intendeva a manifestamente straziarli, facendo imbandire vivande apparecchiate con carni di asino(233).
Ma tra tanti commensali non senza rammarico notava ai lati estremi della tavola due giovani seduti l'uno dirimpetto all'altro con le tazze mezzo vuote davanti, tristi e pensosi; il volto tenevano dimesso, accesi dalla vergogna, non dal vino, e quando uno di loro alzava gli occhi, quelli dell'altro, come se sentissero la chiamata, gli rispondevano con uno sguardo, poi insieme uniti li posavano su gli occhi del Malatesta, che sempre incontravano vigilanti sopra di loro.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Ludovico Malatesta Baglioni Loiola Don Giovanni Malatesta
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