.. una parola...; o Dio mio, che cosa ella è mai una parola? Io senza lagnarmi sopporto strazii e percosse. Quando mostro la mia squallida faccia, e i fanciulli mi prendono a sassi gridando: "Da' al pazzo, - da' addosso al Pieruccio!" molto agevolmente io potrei a qualcheduno di loro staccare il capo dal collo, e nondimeno mi placo, perchè forse in quel fanciullo pose natura il germe delle imprese onorate e la gloria della patria. La patria! lei vuolsi ad ogni cosa preporre, anche alla salute dell'anima, come lasciò nei suoi ricordi Neri Capponi, - un gran cittadino in verità..."
Il Martelli volgeva le spalle per cercare altro cammino, il Castiglione esitava, e Pieruccio afferrando il lembo della veste del primo,
Non ve ne andate
, aggiungeva, "per quanto amore portate a vostra madre che non vi lasciò su i gradini di Santa Croce in una notte di gennaio. Messer Dante, ditegli che non se ne vada. Messer Ludovico, io vi conosco caritatevole e benigno; - ora ponete pur ch'io sia pazzo, - pensate pure essere questa mia voglia follia, - ma la follia è infermità, e se per mitigare un dolore pochi passi vi bastano, - che cosa potete far di meno per un vostro fratello? - Ricuserete rendermi contento? - Finalmente anch'io fui battezzato in San Giovanni, - anch'io ho una vita che spendo in pro della patria, anch'io..."
Basta, basta
, interrompe Ludovico Martelli intenerito, "va' innanzi, povero Pieruccio, io ti tengo dietro."
Ah! Dio vi benedica...
Pur troppo Pieruccio aveva scoperto il vero: tre uomini stavano in agguato, e sovente con empie imprecazioni dimostravano la impazienza loro, come quelli che avevano lungamente aspettato invano.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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