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      Il principe, tolto il piego, accennato col capo quasi per impetrare licenza, e poi non l'aspettando, secondo il costume dei grandi signori, ruppe i suggelli e lesse:
     
      [vedi figura stemmi.png]
     
      Al magnifico e strenuissimo signore Filiberto di Chalons, principe di Orange, dell'esercito di S. M. Carlo V imperatore dei Romani capitano generale, ecc. - Avvegnachè per debito di onore e per altre cause più latamente spiegate nel nostro cartello di sfida ci corra l'obbligo di provocare a duello Giovanni di Pierantonio Bandini, gentiluomo fiorentino che di presente milita nel vostro esercito sotto le mura di Fiorenza, facciamo istanzia alla Magnificenzia Vostra onde ci conceda campo franco, libero e sicuro a tutto transito, dove possiamo ognuno di noi con nostra comitiva, cavalli, armi ed arnesi, venire, stare e con le armi definire a piena oltranza la nostra querela per lo tempo che parerà alla Magnificenzia Vostra dal dì che sarà accettato dalla parte provocata, e partire liberamente; che della grazia, ecc. - Anno Domini 1529, oggi 1 del mese di marzo. - Ludovico di Giovanfrancesco Martelli, - Dante di Guido Catellini, Dietisalvi, Filettieri da Castiglione, gentiluomi fiorentini.
      Terminata la lettura, il principe soggiunse:
      Io per me sono troppo amico del giuoco, onde impedirlo altrui con giustizia; perchè finalmente, vedete, cavalieri, il duello è proprio giuoco dove invece di ducati mettiamo per posta la vita. Araldo, voi potete esibire il cartello.
      L'araldo inchinatosi umilmente domandava:


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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