Un vecchio famiglio che lo aveva veduto nascere entra nella sala e, incamminandosi alla sua volta domesticamente, lo chiama:
Vico!
Egli passa e non bada, ed il famiglio alza gli occhi al cielo e sospira. Non si attentando seguitarlo, lo aspetta. Ludovico, pervenuto alla parte estrema della parete, rifacendo i passi torna davanti.
Vico!
ripetè in suono lamentoso.
E Ludovico con benigno volto fissandolo lo richiede:
A che mi vuoi, Giannozzo?
Giù
, e il servo discreto si accosta più da presso al suo orecchio, "giù nelle stanze terrene una gentildonna vi aspetta."
Gentildonna! - E come si chiama ella? E quali sono le forme di lei?
Chi ella sia non so dirvi? - la faccia ha coperta di taffetà nero...; però mi sembra senza misura dolente.
L'uomo innamorato è divino: il suo cuore acquista tal senso che gli altri non possiedono a gran pezza. - Perchè domanda egli chi si fosse la donna? - Non glielo aveva detto l'impetuoso fluttuare del sangue? - Scende, giunge nelle stanze terrene, e correndo a braccia aperte verso la donna velata, esclama:
Ah! siete voi, Maria?
Ma quando stava per gittarle le braccia al collo, soprastette improvviso e, mutati atti e sembiante, con voce pacata riprese:
Madonna! la morte ha visitata la vostra casa.... posso io esservi utile in nulla nella presente vostra strettezza?
O Ludovico! i tuoi labbri non contengono la piena del disprezzo di cui è colmo il tuo cuore, - non importa: - affanno, più affanno meno, ormai nulla può aggiungere al peso sotto del quale la mia anima cadde.
| |
L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
|
|
Ludovico Giannozzo Maria Ludovico
|