Comecchè immenso popolo di parenti, di amici, d'uomini di arme e di cittadini tenesse lor dietro, la compagnia destinata a seguitarli fuori delle porte si ristringeva al numero determinato nella licenza del principe. L'ordine era il seguente, secondo che narra Benedetto Varchi diligentissimo storico: andavano innanzi due paggi vestiti di rosso e bianco sopra due cavalli bardati di corame bianco, e poi due altri paggi parimenti abbigliati sopra corsieri grossi di lancia; dietro ai paggi due araldi, uno del principe di Orange, l'altro del Malatesta, i quali andavano sonando continuamente le trombe. Dopo di loro venivano il capitano Giovanni da Vinci, giovane di forme colossali, padrino di Dante, e Pagolo Spinelli, soldato vecchio di moltissima esperienza, padrino di Ludovico, e messere Vitello Vitelli, padrone di ambedue, se per sorte gli avversarii, mutato consiglio, avessero eletto di combattere a cavallo. Seguivano Dante e Ludovico sopra destrieri turchi di maravagliosa bellezza; vestivano su la corazza una casacca di raso rosso con la manica squartata di teletta; avevano calze di raso rosso filettate di teletta bianca e soppannate di teletta di argento, e in capo un berrettino rosso con un cappelletto di seta pur rosso, ornato di uno spennacchino bianco. Ai piedi di ciascheduno dei combattenti camminavano sei staffieri vestiti nel modo stesso degli altri a cavallo, cioè di raso rosso squartato il lato ritto e la manica ritta di raso bianco, e le calze soppannate di teletta bianca, e le berrette, ovvero tôcchi, di colore rosso: dietro loro, ma non per uscire, parecchi tra i più prestanti capitani della milizia fiorentina, e quindi carriaggi e muli carichi di tutte quelle cose che loro potessero abbisognare così al vivere come all'armamento tanto a piè quanto a cavallo; imperciocchè, abborrendo servirsi delle offerte dei nemici, portassero seco pane, vino, biada, paglia, legna, carne di ogni sorta, di ogni ragione uccellami, pesci di molte qualità, confezioni di tutte le maniere, padiglioni co' fornimenti e masserizie di qualsivoglia specie, infino l'acqua; - non mancarono il prete, il medico, il chirurgo e in fondo due lettighe o piuttosto bare portate a spalla da otto uomini vigorosi, onde potere in caso sinistro traslocare i feriti.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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