Nell'altra bara composero il Martelli.
Giannozzo, il servo fedele, sostenuto dalla speranza di salvare la vita al diletto padrone, vigilava il trasporto.
Sul tôrre commiato dal principe, in segno di militare onoranza, ordinò si sparassero tutte le artiglierie; al quale frastuono la città, paurosa di sventura, rimase taciturna.
NOTA.
[a] È pregio dell'opera riportare certo aneddoto riferito nella Vita di padre Gerolamo Savonarola scritta da fra Pacifico Burlamacchi lucchese al capitolo che incomincia: Come Lorenzo dei Medici ammalato volle confessarsi da lui. - Lorenzo trovandosi infermo a morte, domandò il confessore; ed avendo appresso don Guido degli Angioli e messer Mariano della Barba, suoi famigliari, disse: Non voglio alcuno di loro; mandate per il padre priore di San Marco, perchè io non ho ancora trovato religioso alcuno se non lui. - Andò dunque un messo a chiamarlo da parte di Lorenzo, al quale egli rispose: Dite a Lorenzo ch'io non sono il suo bisogno, perchè noi non saremo d'accordo; però non è espediente ch'io venga. - Ritornato il servo con questa ambasciata, disse di nuovo Lorenzo: Torna al padre priore e digli che al tutto venga, perchè io voglio essere d'accordo con lui e far tutto quello che sua riverenzia mi dirà. - Ritornato dunque il servitore a San Marco e fatta la proposta al padre priore, egli prese subito il cammino verso Careggio, villa di Lorenzo lontana due miglia dalla città, dov'egli giaceva ammalato, e per compagno suo prese fra Gregorio vecchio, al quale per la via rivelò che Lorenzo al tutto doveva morire di quella infermità nè poteva scampare.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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