- Alle quali parole Lorenzo voltò le spalle nè mai gli dette altra risposta; onde il padre si partì e lasciollo senz'altra confessione. Nè dopo molto spazio di tempo Lorenzo spirò e passò all'altra vita.
CAPITOLO VENTESIMOTERZO
LA MORTE
Nelle man vostre, o dolce donna mia,
Raccomando lo spirito che muoreE se ne va sì dolente che Amore
Lo mira con pietà...
DANTE, Rime.
In sull'una ora di notte, la medesima via seguitando, se ne tornarono a Firenze, dove, avvisati i capitani di guardia alle porte e fortezze, risposero con le artiglierie levando clamorosa gazzarra.
Il convoglio procedeva lentissimo; - ad ora ad ora si fermava, affinchè il moto non riuscisse funesto al Martelli; molte torcie bituminose gettavano luce vermiglia, come se per ardere si alimentassero del sangue versato in cotesta infelice giornata: si udìa pel bujo un accorrere di gente e voci confuse ricambiate alla lontana, - poi si vedevano figure avvolgersi intorno alle bare simili alla ridda dei demonii esultanti per qualche gran delitto commesso dagli uomini.
Dante con passi rigidi, le braccia fasciate, il capo pensoso rivolto a terra, cammina in mezzo alle bare; le sue forme, michelangiolesche, l'espressione che loro comunicava lo splendere sinistro delle torcie, incutevano in chiunque lo riguardava meraviglia e spavento.
Giunsero in via del Parione: la medesima gente della mattina si stava affollata alle finestre, - però non come la mattina salutante, agitante i fazzoletti per dare conforto o per causa di onore: nè al suo balcone mancava Maria.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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