... ed io mi sforzerò, - riderò, - e sempre terrò riposto un pugnale nel seno per uccidermi quando mi dirai: sgombra da questa terra... - perchè non mi rispondi, Maria? - Dove vai? - Perchè ti allontani? - Chi è colui che ti chiama? - Ah! - s'intrecciano per le braccia... ridono forte.... bisbigliano sommessi... si volgono... si schermiscono... Morte di Dio! Il Bandino! - Maria si allontana col Bandino!
Questa è cosa che non può durare!
esclamò Dante da Castiglione la sera del 3 aprile del nuovo anno 1531.
I miei lettori sanno i Fiorentini avere il costume di cominciare l'anno il 24 marzo, perchè in quel giorno cade la solennità della incarnazione di Cristo: l'uso d'incominciare l'anno dal gennaio data da epoca assai meno remota a quella che percorre il nostro racconto.
Questa cosa non può durare!
replicò Dante, "corrono ormai venti giorni dal duello; le sue ferite appaiono rimarginate; - il corpo ha riposato... nè il delirio cessa... forse... Giannozzo!"
Dante si strinse in segreto colloquio con Giannozzo, e dopo pochi momenti, tolto il mantello, che la notte era fredda e piovigginosa, s'incamminò a gran passo verso Parione alla casa della vedova Benintendi.
Ella è in casa madonna?
domandava il Castiglione alla fante che venne ad aprirgli l'uscio.
È.
Ditele, un cavaliere desidera favellare con lei per cosa onde ne va la morte o la vita.
In mal punto veniste, messere; adesso sta rinchiusa in cappella nè vuole essere sturbata nelle sue orazioni.
Non importa: andate in ogni modo.
Con buona licenza vostra io non andrò, messere.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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