- E se nel medesimo tempo ti piacque declinare lo sguardo, avrai veduto gli uomini, e ti saranno parsi quello che veramente sono: insetti brulicanti sopra una terra che li produce e li divora.
O superbi! Si annoverano esse le foglie che cadono nei giorni d'autunno? Voi siete meno che foglie cadute o cadenti dallo immenso albero della natura.
Se tu pertanto, sospeso tra il cielo e la terra, queste cose udisti o vedesti, e non ti strinse la paura di precipitare, - beato te! - Dio ti concesse nervi di ferro.
A me giunto in questa parte del mio faticoso lavoro sembra sentire lo sconforto che in quella occasione mi assalse: mi trema l'animo.
Fossi io potente come l'aquila delle Alpi! Dalla vetta del più alto comignolo dei monti patrii caccerei un grido che scuotesse dal capo alle piante la mia patria diletta e mi nasconderei volando nella immensità.
Ma io sono un povero novellatore; ho sbozzato un colosso, ed ora mi fa ribrezzo a vederlo; - non mi attento accostarmivi per sospetto che, debole com'è sopra la base, non mi si rovesci sul capo e non m'infranga...
Oh la vita misera ch'io meno! Il mio cuore ha sentito una voce che l'intelletto non seppe comprendere e le labbra non sanno ridire. Con pochi cannelli di carbone sopra una rozza parete mi prese vaghezza di effigiare l'Iliade... il divino poema! - Accorre la gente e ride; - pochi, i migliori, ne sentono compassione.
Dite, - pensate voi forse essere questa opera di gloria od esercizio di vanità? Voi v'ingannate, - ella è opera di dolore e di amaritudine di spirito: ella è opera di vendetta e di terrore: ella è opera di eccitamento e grido di resurrezione: io la porterò al termine senza soccorso di Cireneo, quando pure dovessi cadervi sotto tre volte, - quando pure dovesse, come la croce di Cristo, convertirsi nel mio supplizio.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Alpi Iliade Cireneo Cristo
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