- Patria di quell'anima era l'inferno.
Si allontanò precipitoso; - i villani impauriti non osarono accostarsi e le fiere lo divorarono.
Il vecchio abbandonate le redini, si lasciava in balía del cavallo; avvertito di badare alla strada, non pareva intendesse; domandato a grande istanza più volte chi fosse colui del quale gli era occorso il cadavere e per quali casi a lui noto, non dà risposta: molti argomenti adoperati e tutti riesciti a vuoto, Annalena e Vico non cercano rimuoverlo dal suo pertinace silenzio.
Annalena, volgendo il discorso a Vico, incominciò:
Vico, quando ti curvasti a soccorrere quel corpo che tanto par che abbia in odio il padre mio, ti cadde il piego dei Dieci...
Ben me ne accorsi, e me lo riposi nel seno
, riprese Vico, tentando con la mano se vi fosse pur sempre.
Ma tu non ti accorgesti che cadde sopra una piaga del morto e s'imbrattò di sangue...
Ti sei ingannata; per certo scambiasti il suggello rosso con una macchia di sangue.
Io non isbaglio... guarda...
Pur troppo la fanciulla aveva ragione; il piego era macchiato. Vico nel riporselo di nuovo sotto le vesti continuò:
Non credo si rimarrà per questo di spiegarlo il signor commissario...
Lo spiegherà, io ne sono sicura.
E tu lo dici in suono di pianto? E di che temi?
Non so, Vico; - ma vedi, quel sangue mi arriva di sinistro augurio...
Da quando in qua gli uomini di guerra tolsero per sinistro presagio il sangue dei nemici?
Io odio la guerra... e quel sangue mi spaventa...
Consòlati; - per noi una spada tagliente val meglio di un buon presagio.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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