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      Ahimè!
      riprese il vecchio ponendo una mano sopra la fronte alla fanciulla, "questo tuo capo innocente non seppe immaginare il male neppure all'insetto che ti pungeva, ed ora dovrà contenere il germe dell'odio ch'io vi semino dentro... Dio voglia che rimanga senza frutto! - D'ora in poi, quando camminerai tra i campi nel bel mese di maggio, i fiori non avranno più profumi per te, non più canto gli uccelli, non più sorriso la natura: - occuperà l'anima intera una tremenda contemplazione di misfatti; - i tuoi sogni verginali cesseranno, atroci fantasmi ti sveglieranno nella notte, e tu stenderai paurosa la mano sul guanciale, perchè nel sogno ti sarà apparso temperato di sangue: ascoltami, io ti racconto una storia funesta; tu la crederai appena, tanto ella è truce; - io la vidi con questi occhi, con questo cuore io la sentii, e forse non ti rendo con le parole la millesima parte del vero. - Tu nasci dei Tosinghi e sei di Prato; io nacqui in Casa di tuo padre; - a lui per fortuna sarei stato famiglio, ma l'amore ammendando i torti della fortuna ci volle fratelli, imperciocchè avendo egli ucciso nascendo la madre sua, noi bevemmo la vita dal medesimo seno, e le nostre braccia s'intrecciarono da pargoli sopra un medesimo collo. - Taccio le voglie e gli studi della infanzia: giungemmo agli anni della giovinezza; percorrendo il nostro cammino egli lasciò per la via il suo genitore, - io il padre e la madre; - a lui rimase la madre di suo padre, ma non per durare; a me nessuno; egli vinceva me negli studii, io vinceva lui nell'esercizio dell'armi: - entrambi però agli studii anteponevamo il diletto di vagare pei monti, d'inseguire le fiere, di lanciare il falcone per aria, e il mantenere cani e cavalli.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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