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      - Ci prostrammo agli altari, si compirono i riti: Naldo, come se fosse tramutato in uno dei santi di pietra che occupavano le nicchie, non faceva atto di seguitare la comitiva quando usciva di chiesa; - lo scotemmo per le vesti, - ei risensò e ci tenne dietro col capo chino, a passi lenti. Fu imbandita la mensa: quivi non mancarono voti di poeti che dovevano rimanersi inani ed augurii che riuscirono bugiardi. Quando una voce chiamò i convitati a propinare alla salute di madonna Ermellina, le labbra di Naldo non si mossero - la coppa gli stette colma davanti. Però da quel giorno in poi Naldo si prese usanza della nostra casa, sempre più si pose avanti nell'animo di Tomaso ed anche nel mio; imperciocchè sia l'amicizia un tesoro che per divisione non iscema, all'opposto dell'amore. In lui mi piaceva la saldezza del corpo, la faccia tinta dal sole delle battaglie, uno sfregio sopra la fronte tra ciglio e ciglio, e poi la comunanza dei diletti: - ma non andò guari tempo ch'io l'odiai, dacchè senza nessuna reverenza parlasse delle donne; le quali ci largiscono piaceri ed affetti che se durassero, potremmo esser contenti della terra senza più oltre desiderare il paradiso; - in ogni caso rispettate la donna, perchè vostra madre fu tale: - ancora, se narrava le geste passate, egli non toglieva argomento di onore dai colpi arditamente feriti, sibbene dalle insidie parate con sottile scaltrezza, dalla vittima improvvidamente caduta, dalla morte con animo tranquillo arrecata; e a caccia, quando il cervo rifinito si abbandonava in balia dei veltri, e il cavaliere pietoso allo strazio del nobile animale scende di sella e gli dà il colpo di grazia, egli invece si rimaneva immobile a cavallo contemplando le viscere di lui palpitanti sotto i denti dei cani.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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