- Lucantonio, io sono il Ferruccio. - A me il padre di Ludovico morendo commise la cura d'incamminarlo nella vita: vorreste voi unire la vostra Annalena col mio Vico? Pari di età e di animo, paionmi concepiti da un medesimo pensiero del Creatore.
Di', l'amerai come l'ho amata io?
con immensa passione Lucantonio interroga Ludovico senza badare alle parole del Ferruccio; "la sosterrai nella vita, le torrai dal sentiero che deve percorrere i triboli e le spine? Io, vedi, quando era stanca me la recava in collo e la portava finchè le braccia intormentite potevano sorreggerla: - guarda i bei piedi ch'io le ho saputo conservare; - se il freddo l'agghiadava, io le sue mani mi riponeva nel seno e col calore del mio cuore le riscaldava, sicchè il gelo non le stagnò mai il sangue sopra le dita, - ed ora nota come le ha bianche e delicate: quando camminammo nella estate per le aperte campagne, tra il sole e lei posi il mio corpo, e la sua pelle rimase intatta; - col mio fiato le inumidii i capelli; - quando ebbe sete, io le porsi tutta l'acqua della mia tazza... Abbile cura... allorchè dorme le solleva la testa, imperciocchè il suo alitare sovente sia soffocato... e in quel momento Dio ti salvi dalla tremenda paura che mi ha travagliato. Se così l'amerai, prendila; - siate due in una carne; - tu, Lena, appóggiati al nuovo sostegno; - appena io posso ormai sostenere me stesso... Ora non mi avanza altra causa per dimorare su questa terra... Accoglimi dunque nella tua pace, Signore."
Il Ferruccio, modesto com'era, andò egli stesso pel prete.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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