Millequattrocento fanti stanno schierati sopra la piazza maggiore di Empoli sotto diverse insegne e divisi in sette compagnie capitanate da Nicolò Strozzi, Paolo Corso, Sprone, Balordo e Giovanni Scuccola da Borgo a San Sepolcro, Goro da Monte Benichi e Tomè Siciliano. Si aggiungevano quattro compagnie di cavalleggieri sotto la condotta dei meglio animosi cavalieri che agli stipendii della Repubblica militassero, Amico Arsoli, Iacopo Bichi, Gherardo conte della Gherardesca e Musacchino(255).
Il Ferruccio, accompagnato dal nuovo commessario Andrea Giugni e dai capitani che lasciava alla difesa di Empoli, Piero Orlandini cui egli stesso con fervidissime istanze aveva più volte raccomandato ai Dieci come prode non meno che prudente uomo di arme e della libertà sviscerato, Tinto da Battifolle, Bocchino Corso e il conte di Anghiari, percorre le file, esaminando se avessero trasgredito in nulla i comandamenti di lui.
Imperciocchè egli avesse prescritto che ogni soldato si provvedesse di pane per due giorni, apparecchiassero picconi e strumenti altri siffatti da espugnar terre, una soma di polvere d'archibuso, due some di corda cotta e tre some di scale. Quando co' suoi propri occhi conobbe essere stato obbedito in tutto, si volse ad una banda della ordinanza fiorentina distinta dalle altre compagnie per la sciarpa verde che costumavano i giovani ascritti alla medesima, in segno, dice lo storico Nardi, dello sperato frutto delle loro fatiche, e pel gonfalone del Comune, insigne di una croce bianca in campo rosso.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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