Intanto mi corre l'obbligo di saldare i debiti. Romanello, uscite di riga.
A queste parole si fece innanzi un giovane di forme egregie, nato nel contado di Arezzo, il quale si era virtuosissimamente adoperato in quelle quotidiane avvisaglie; il Ferruccio, sorrisogli alquanto, gli disse:
In premio delle prodezze vostre vi dono una celata ed un cavallo. La Repubblica adesso non può guiderdonarvi nè di più nè di meglio. Sta in arbitrio vostro lo stare come l'andare(256).
Con buona licenza vostra rimarrò a provare se buon cavallo e buona celata mi donaste voi.
Gli accenti severi e il dono onorato commossero i soldati, - i volti loro avvampavano di vergogna, - il cuore battè con violenza sotto gli usberghi di ferro, imperciocchè l'uomo, come la pietra sotto la mano del fabbro, diventi ad un tratto o la statua d'un Dio, o un mortaio da sale, - e con unanime grido risposero:
Noi verremo tutti: - voi siete la nostra patria.
I soldati amavano il Ferruccio più che padre, - ed io ebbi luogo di notare che il capitano giusto e severo è temuto a un punto ed amato; - i soldati riconoscono la pena non da lui bensì dalla legge, mentre il premio all'opposto, anzichè dalla legge, da lui solo derivano. Io però non affermerei questo avvertimento tanto generale che non andasse soggetto a gravi eccezioni; - nondimeno io l'ho fatto replicate volte con animo quieto e forse preoccupato da pensieri poco onorevoli alla umana natura: - certamente l'uomo è migliore della sua fama.
Il Ferruccio, agitando la destra, di nuovo favella:
| |
L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
|
|
Arezzo Ferruccio Repubblica Dio Ferruccio Ferruccio
|