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      Morte al ribelle! - Dategli su la testa! - Un palmo di lama traverso il ventre per elemosina della predica! - Chi è costui? - Chi sei tu?
      Chi sono io?
      tuonò con voce minacciosa balzando sopra una pietra che si trovò vicina; e con ambe le mani traendosi verso le orecchie le chiome lunghe intrise di sangue, mostrò il volto terribile di furore e di grandezza: "chi sono io? sono il Ferruccio..."
      Ai più protervi mancò il coraggio, e non sostennero quella vista; un profondo silenzio successe.
      Ma riprendendo lingua uno più petulante degli altri:
      Capitano
      , soggiunse, "io vengo di Lombardia e combatto per la paga; voi nè ci date il soldo nè ci consentite il saccheggio: a quali guerre ci menate voi?"
      Questa è guerra domestica; non dobbiamo sterminare nemici, sibbene ridurre al buon cammino uomini traviati che ci furono e che ci saranno fratelli...
      Fratelli! Si fanno ai fratelli le accoglienze col ferro e co' sassi? Credeva che voi steste d'accordo come il diavolo e la croce.
      Taci, mercenario! Tu non puoi sentire in qual modo sei figlio di una patria comune. Io ti ho comprato, ubbidiscimi: e poichè voi tutti alla fama anteponete il guadagno, cessate dal sacco, spegniamo l'incendio, e vi prometto due paghe.
      Spensero il fuoco, si rimasero dalla rapina, e, tranne quel primo tumulto, stette incolume ogni cosa. Scrittori volterrani che esposero in processo di tempo quel caso, intendendo con iniquo consiglio a lusingare il principato calunniando la Repubblica, narrarono di orribile saccheggiamento, di ferro e di fuoco e di atti altri più nefandi(265). Essi mentono.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Ferruccio Lombardia Repubblica