Io lo rammento pur troppo! Per lei nascendo mi seguita un peccato contro cui acqua di battesimo non vale; ormai la vita sarà per me una battaglia tra il voto della mia anima e il tristo germe che mi contamina il sangue; per voi io mi trovo in istato di affaticarmi non per conquisto di onore, ma per fuggir vituperio.
Figliuolo mio
, riprese amorevolmente il Guiducci, "te fino da fanciullo sconvolsero sempre queste parole prive di senso. Or odimi bene: o il principato prevale, o la Repubblica; se il principato, primi ad oltraggiarti saranno coloro nei quali massimamente confidi; - se la Repubblica, il popolo mal vedemmo sopportare sempre il benefizio: ti pagherà coll'esiglio, e Dio voglia che non adoperi il capestro."
Voi non intendete la fama ch'io desidero; - nella gratitudine altrui non confido nè devo confidarvi, imperciocchè operando il bene compiaccio a me stesso. L'assentimento della mia coscienza propongo alla lode di mille generazioni: sommo de' miei voti egli è questo, che, la sventura cogliendomi, io possa levare al cielo la faccia e domandare animoso: - Perchè mi opprimi?
Sconsigliato! Dà retta a me. Ormai la fortuna abbandona la Repubblica, - unisciti ai più forti e comanda...
Via dalla mia presenza; - le vostre parole non hanno facoltà di vincermi, e tuttavolta mi turbano, come i vapori della terra che non offendono, eppure velano la faccia del sole. - Soldati, custoditelo con diligenza; - quest'uomo che in altri tempi dove ci fosse offerto schiavo noi rifiuteremmo, vuolsi serbare caro adesso, perchè lo potremmo cambiare con qualche nostro fratello di arme rimasto in mano al nemico.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Guiducci Repubblica Repubblica Dio Repubblica
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