Però prima di giudicare il nostro eroe, si ponga mente alla condizione di lui, e poi secondo la coscienza consideri ognuno se merita conferma la rampogna antica, o se piuttosto debba oggi assolversi pienamente. La quale opinione, degna di benigno riguardo a cose ordinarie, non cade più adesso che si ha come il trombetto recasse eccitamenti a ribellare la terra e ad uccidere il commissario; nel qual caso, se il Ferruccio non lo impiccò di prima côlta, hassi a reputare piuttosto trascurato che magnanimo. Per ultimo non rimarrò dallo addurre un'altra ragione, la quale comechè mi paia la meno degna dello riferire, avvegnadio la colpa altrui non valga ad escusare la propria, tuttavolta in guerra si mena buona anche oggidì e si chiama rappresaglia: e questa fu che il Maramaldo aveva impiccato barbaramente il giorno innanzi alcuni uomini del Ferruccio che gli erano capitati nelle mani(271). Che se il Varchi avesse conosciuto questi fatti come sono chiari a noi, si sarebbe risparmiato di appuntare il preclaro uomo che a ragione salutiamo l'ultimo degl'italiani.
Fabrizio Maramaldo, inasprito per quel primo scontro e lo attribuendo a mille altre cause meno che alla vera, la imperizia propria, immaginò, e gli pareva un bel trovato, di condurre una fossa a onde fino sotto le mura di Volterra per praticarvi una cava. Invano gli dimostrarono i più savi sarebbe riuscita cotesta opera disagevole e inutile; disagevole, a cagione della natura del terreno pietroso; inutile, perchè immediatamente conosciuta dai nemici, i quali stando in parte assai alta, avrebbero, per così dire, annoverato i loro passi.
| |
L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
|
|
Ferruccio Maramaldo Ferruccio Varchi Maramaldo Volterra
|