Frate Vittorio
, continua il gonfaloniere, "voi siete querelato del medesimo delitto: - che avete ad opporre per la vostra difesa?"
Domine, in adiutorium, io vi dirò, magnifico messere Rafaello, la verità tale quale ella sta; perocchè, vedete, io sia semplice come un fanciullo pur mo' nato: il gentiluomo che voi testè interrogaste, certo giorno su l'ora di vespro, mi fece chiamare in sagrestia, dove io, credendo volesse accostarsi al tribunale della penitenza, lo segnai e gli dissi: Dite su; - ma egli mi rispose: Non occorre per oggi, frate Vittorio; io vengo da parte di Sua Santità a proporvi e, in quanto bisogna, ordinarvi di porgermi aiuto per ristabilire la sua famiglia in Fiorenza...
Perchè non veniste a denunziare il fatto alla Signoria?
Onorando messere, voi sapete da noi altri frati richiedersi tre voti soltanto, di obbedienza, di castità e di povertà; - se esigessero da noi anche quello della scienza, i monasteri sarebbero vuoti, come le aie...
Oh! no
, interruppe una voce, "voi altri frati giurereste anche questo voto, nè lo adempireste meglio degli altri."
Ah! ah! come vi piace, padroni miei spettabilissimi; e infatti ogni giorno una pioggia di motteggi si rovescia sopra le nostre povere spalle, e non rifiniscono mai dal proverbiarci sopra la nostra testa rasa e il piè di legno: poc'anzi entrando qui dentro ho udito due gentiluomini che mettevano a partito se io mi avessi più duro il di sotto o il di sopra...
Siffatta plebea umiliazione di sè, anzichè movere il riso, concitò lo sdegno degli ascoltanti; per la qual cosa il gonfaloniere lo avvertiva restringersi nella difesa: - ma il Carduccio, modestamente levandosi, tal dirigeva al Girolami grave consiglio:
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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