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      Il Soderini si č genuflesso, il capo ha deposto sul ceppo. La madre sta in piedi alla sua destra, il carnefice dalla sinistra. Questi solleva la scure....
      Perche non vibra il colpo? Qual mai forza lo trattiene a mezzo? Gli manca per avventura l'animo? No; egli ne ha spacciati ben molti da questo mondo. - Nell'abbassare la scure egli incontrava gli sguardi della madre. La virtų che immaginarono i poeti emanasse dalla testa di Medusa, e i naturalisti raccontano da certi serpenti dell'Asia, adesso provava il carnefice; quegli occhi gl'impietrano il sangue nel corpo, - gli pareva di fare, - e forse faceva disperati sforzi, nč gli riusciva pure di un pelo declinare le scure. Allora penso gli avesse soffiato addosso qualche gettatura, e per malignitā d'incantesimi lo avesse costretto a rimanersi tutta la vita senza potersi punto muovere da cotesta terribile attitudine; e a questa paura straluna gli occhi - i capelli gli si drizzano come stecchi sopra la fronte.
      Forse queste cose tutte avvenivano in meno di due secondi: mutata positura, il carnefice si accorse rimanergli libero l'esercizio delle membra; - non pertanto abborrė cimentarsi di nuovo sotto lo sguardo della trucissima donna; - pianamente si volta dall'altro lato e fa sė che le rimanga dietro le spalle; - guarda davanti a sč per sospetto, - non vede nessuno; - si avaccia con tale un moto che parve di rabbia, e aspirando col seno capace largo tratto di aria, solleva con ambe le mani la scure.
      Il Soderini aveva cominciato una invocazione; la prima sillaba uscė chiara e distinta, la seconda no, perchč fu proferita dalle labbra di un capo che rotolava sanguinoso sul pavimento del patibolo.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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