Tra le voci discordi superava quella di tradimento; la città tutta si levò a rumore, - il frastuono corse fino al palazzo dei Signori, i quali, adunatisi per provvedere al pericolo, dettero ordini di chiamare la milizia. Nel qual caso, scrive Benedetto Varchi gravissimo storico, si conobbe quanto valgano le armi bene ordinate in una città, avvegnachè i giovani ad un tratto e di quieto si ridussero ciascuno al suo gonfalone, e arrivati sul luogo, parte con buone parole, parte con migliori fatti, sedarono il tumulto. Il popolo a mano a mano si dilegua; dopo breve ora nessun altro testimonio avanzava dal naufragio tranne alcuni cadaveri talmente pesti che mal si sarebbe distinto a quale specie di animali appartenessero.
Fu biasimata molto cotesta giustizia eseguita in quel luogo ed in cotesta ora.
Il giorno appresso apersero l'avello di casa Soderina e vi calarono prima un corpo mutilato, poi una donna e per ultimo una testa. Il manigoldo aveva in un colpo troncato due vite.
La pubblica compassione allo spettacolo di tanta miseria rimase profondamente commossa; una mano pietosa pose alla desolatissima madre la lapide. Sul principio del secolo passato se ne leggeva ancora una parte la quale diceva così:
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IVSTAM. FILII. NECEM. ADPRECARIAC. FERRE. NON. POTVI
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IN. VITA. IN. MORTE. IN TVMVLOCOMITAVI. ILLVM
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A. CAPITE. FILII. MISERRIMIMOERORE. MATERNO
AVERTE. IRAM. DEI. PUNTISSIME. VIATOR.
Ai tempi nostri non m'è riuscito rinvenire questa lapide; certamente tra tanto volgere di vicende rimase distrutta con altri incliti monumenti di storia patria.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Benedetto Varchi Soderina
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