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      NOTA.
     
      Nous revinmes a Paris, où madame de Chèvreuse ne fut pas plus tòt arrivèe qu'on apprit l'exècution de monsieur de Chalais, qui fut fort cruelle, parce que, ayant fait evader le bourreau, on fut obligè de la faire faire par un soldat, qui le massacra de telle sorte qu'il lui donna vingt - deux coups avant de l'achever. Madame de Chalais, sa mere, monta sur l'èchafaud et l'assista courageusement jusqu'a la mort.
      (Mèmoires de M. de La Porte, valet - de - chambre de Louis XIV.)
     
     
     
     
      CAPITOLO VENTESIMOSETTIMO
     
      IL CALCIO
     
      Deinde illis omnibus qui cubantes in lectulis suis somniant somnium de universali felicitate filiorum Adam in terris et expectant libertatem civitatis ab æquitate potentiam, abrumpe somnium et spem, et dic unicuique.
      Quindi a coloro tutti i quali prostesi sui giacigli sognano il sogno della universale felicità dei figli di Adamo sopra la terra, e libertà aspettano dalla giustizia dei potenti, il sonno rompi e la speranza, e favella a ciascuno.
     
      Hypercalypsis DIDYMI CLERICI,
      c. 18, v, 26.
     
      Una falsa dottrina ha preso per somma nostra sventura a mettere le barbe negli ingegni della presente generazione italiana; ma tanto mi affido nel genio della bella contrada che spero non avranno tempo da diventare radici. Traviando dietro deplorabili vaneggiamenti ai quali imposero il nome specioso di scienza trascendentale, abbandonarono i severi precetti della pratica filosofia per correre dietro ad astrattezze di cui il meno che possiamo dirne si è che tornano inutili. Per me ho tenuto sempre questi strani cervelli in concetto di uomini incompiuti, ermafroditi intellettuali, cioè nè osservatori nè poeti; se osservatori, tu li vedresti speculare argutamente i casi umani, dedurne le poche conseguenze sperimentali capaci di applicarsi ai bisogni degli uomini, comporne un libro d'istituzioni accomodato allo intelletto comune, non già misteri cabalistici dove nè Dio nè il diavolo comprendono parola; se invece poeti, anzichè immaginare inabile congerie di strumenti, di ruote, di suste e ordigni altri siffatti incapaci a imprimere un moto qualunque, i morti dalle antiche sepolture evocherebbero, a favellare delle virtù e delle colpe passate con la magia dell'ingegno costringerebbero, dalla intera natura colori per avvivare i canti loro raccoglierebbero, e poi o Anfioni edificherebbero Tebe, o Timotei Persepoli incendierebbero.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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