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      La nuova generazione si guarderà dal prosternarsi all'idolo cui già disertano i meno ostinati fra gli adoratori; noi le lasciamo un retaggio di falli e di colpe; - ne faccia senno e cammini per la diritta strada a noi nati e vissuti nelle tenebre procureranno i tempi pietà, non che perdono: in loro l'abuso dell'intelletto frutterebbe infamia di traditori. Può l'uomo tradire la patria ugualmente col pravo che con lo stolto consiglio. A noi la provvidenza concesse e vita e ingegno e sostanze non come nostra proprietà, sibbene come arnesi per contribuire al maggior incremento della patria. In quella guisa medesima che il castaldo nella stagione della messe raccoglie a sera dai mietitori la falce che loro consegnava sull'alba e gl'interroga come l'abbiano adoperata e quante biade mietuto; così la patria sul finire della vostra vita vi domanderà conto dei doni che vi aveva compartito. Contro i tristi e gli ignavi ella avrà due pene, - due pene soltanto, ma ch'ella sola può dare e poi imporre ai secoli che le confermino: la vergogna, o l'oblio.
      Già io lo affermava poc'anzi, la morale e la politica compongono una medesima cosa: non pertanto, avvertendo come la morale domestica possa talvolta discordare nell'applicazione delle sue teorie dalla morale pubblica, o contendere con essa, ne hanno fatto una scienza a parte; ciò poco importa. Ma qui principalmente i sofisti deviando dalle tracce severe della storia non curarono esaminare gli uomini nel modo in che esistono, sibbene in quello nel quale vorrebbero farli esistere.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163