- Senz'altro consiglio convennero avesse a rendersi la terra, salve le persone ed i beni; e fu tra loro fermato l'ordine della resa.
Su l'ora del desinare del giorno seguente, per cura dei mentovati cittadini, e di Piero, si tolsero le artiglierie e le guardie da certa parte di mura, e gli Spagnuoli non mettendo tempo fra mezzo corsero a salirvi sopra. Superati appena i ripari, si sparsero per le diverse vie gridando: Sacco, sacco! - e quanti cittadini empolesi capitarono loro davanti, tanti ammazzarono; e cui rammentava la capitolazione, irridendo, rispondevano non avere camminato delle miglia più di mila per non acquistare roba in Italia: le libidini tacquero, - ma di fatti crudeli, e più degli avari non ne fu penuria.
Con la perdita di Empoli comincia l'agonia della Repubblica fiorentina. I nemici accampati sotto Firenze ne fecero festa, e in segno di allegrezza spararono tutte le artiglierie; i Fiorentini all'opposto ne sentirono danno e dolore inestimabile: - persero la vettovaglia quivi in copia raccolta, - rimase loro preclusa strada a procurarsene della nuova, - l'animo dei cittadini cadde, e per prova vediamo niente contribuire tanto ad attirarci addosso una sventura quanto temerla e aspettarla.
Andrea Giugni e Piero Orlandini ebbero fama di traditori, e come tali furono dipinti; la Quarantia li condannò alla pena infame, comecchè contumaci, i loro beni posti nel fisco, le case sfasciate(287). Tutta speranza di salute riposta nel Ferruccio. La fortuna ha deposto su quel capo la vita o la morte delle libertà italiane, tre e più secoli di progressione verso l'ordinato vivere civile o di storno verso la barbarie.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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