Condizione dolente per un popolo, quanto gloriosa per un individuo, quando la esistenza del primo s'immedesima al palpito del cuore del secondo. Il più delle volte rovinano entrambi: quando invece riescono a stare, la vita di cotesti uomini forma un'era nuova nella durata dei secoli.
I magistrati di Firenze confermano Francesco Ferruccio commessario generale e gli conferiscono autorità dittatoria, cioè quanta n'esercitava la medesima Signoria.
Mentre si disperava del come fargli pervenire la commessione, il Pieruccio si offerse parato di portare la carta e condurre incolumi fino a Volterra Marco di Giovanni Strozzi chiamato Mammaccia, e Giovambattista di Girolamo Gondi per soprannome Predicatore, eletti commissari di cotesta città in luogo di Francesco Ferruccio. Ora stiamo a vedere quali saranno le imprese di questo uomo, che in pochi mesi ha superato in fama i capitani del tempo, e già si avvicina gli antichi.
La storia non riescirebbe piena, nè potrei acconciamente proseguirla, dove io tralasciassi di raccontare i modi adoperati dal Malatesta per ispegnere la virtù dei giovani fiorentini; molti essi furono, e tutti iniqui: cominciò ad affermare deboli i ripari, non già perchè fossero gli edificati mal sicuri, che invece erano sicurissimi, ma pochi: e siccome le ragioni ch'ei ne dava, avevano apparenza di vero, così si attese a soddisfarlo. Si alzarono nuovi puntoni e nuovi cavalieri, si trassero cortine, si cavarono fossi, nulla insomma si pretermise di quanto può riuscire necessario od utile alla maggior fortificazione della città; in ciò egli s'ingegnava, onde i giovani, spossati da coteste opere manuali, non volgessero il desiderio al combattere.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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